Chi sono.

Buongiorno,

mi siedo davanti a questo computer con la voglia di scrivere un articolo che non so bene ancora cosa sarà. Potrebbe essere uno scarabocchio a matita di una parte di me, uno sfogo, una presentazione, una pagina di diario. Ancora non lo so.
Quindi, come faccio quando voglio esprimere qualcosa ma non riesco a trovare la forma giusta, parlo –scrivo, in questo caso- con il cuore esposto senza sapere dove tutto questo mi porterà.
Mi chiamo Celestina, ho 28 anni, una laurea, un diploma post-universitario, lavoro e studio per provare ad avvicinarmi ad un obiettivo grande e luminoso ma che fa anche molta paura. Ho un gatto, amo leggere, cucinare, mangiare, ridere, ascoltare, parlare, ballare, fare yoga, andare in bici e provare a meditare.
Poi, oltre a tutto questo, sotto a tutto questo, scrivo. Amo scrivere. Sono una scrittrice?
No.
Sì.
Sì che lo sono, caspita, scrivo!
– Ah, che cosa carina- dicono alcuni adulti
– WOW- dicono i bambini.
I primi, mi vedono come una ragazzina che appunta quattro storie su un diario e poi va in giro a dire che “fa la scrittrice”, i secondi, mi vedono come un’eroina.
Ma, caspita, non sono nessuna delle due.
Per essere chiara: non credo di essere una Scrittrice con la S maiuscola, una di quelle la cui presenza è essenziale in ogni biblioteca e i cui scritti andrebbero mostrati ai giovani che vogliono trovare il proprio stile, ma non sono neppure qualcuno da guardare con quello sguardo (un po’ quello degli adulti, quando sei bambino e non vogliono dirti che il tuo disegno-o la tua poesia- non è bello, ma non vogliono neppure incitarti a continuare). Non sono ancora uno dei nomi che occupa gli scaffali delle librerie, ma sono proprio sicura che non potrò mai esserlo?
Sinceramente, no.
Ma una cosa è certa, su qualche libreria il mio nome sta bello dritto, steso sul dorso di un bellissimo libro. Certo, parliamo di “solo” qualche centinaio di case, ma ve la sentite davvero di dirmi che non è abbastanza? Qua, insomma, sta il punto: per me anche solo un bambino è tutto. Non sono J.K.Rowling, Rodari, Collodi o Dahl, ma la mia Margottina è davvero meno interessante, avvincente e coinvolgente di tanti altri personaggi che meritano un posto in libreria?
Direi proprio di no.
Ne sono convinta.
Forse sto rischiando di sembrare un pochino troppo sicura di me ma vi assicuro che non è così.
Quando ho pubblicato “Le incredibili avventure di Margottina. Il caso della zampata selvaggia” , il mio intento era semplicemente quello di vedere su carta un progetto al quale avevo lavorato per qualche mese e che aveva trovato la conclusione proprio pochi giorni prima che la mia dolce Margot mi lasciasse.
Quando mi è arrivato a casa il pacco con le poche decine di copie stampate, io le ho viste solo come un grande grazie ad uno degli esseri viventi più importanti della mia vita. Non immaginavo quello che sarebbe accaduto dopo.
Ma è accaduto.
Margottina è piaciuta ai bambini che hanno iniziato a prestarsi il libro. Il libro è arrivato nelle mani di qualche adulto che ha deciso di darmi spazio ed ecco che ho scoperto una delle cose che mi piacciono di più in assoluto: leggere la mia storia, raccontare di Margottina, ai bambini.
Perchè, qua veniamo al secondo tipo di reazione al  mio definirmi scrittrice, loro non mi vedono come una ragazzina che gioca a scrivere storie, ma come una ragazza (sì, dai, forse ancora non mi vedono come una adulta) che ha costruito un personaggio, gli ha dato voce, ha creato un ambiente e poi ha lasciato che vi ci si muovesse all’interno. Loro non vedono il mio libro come un “self publishing “, ma per quello che è: una storia, una bella storia. Da leggere e da raccontare.
Centinaia di bambini, di tutte le età, sono stati seduti davanti a me e hanno ascoltato quello che io e Margottina avevamo da raccontare. Si sono posti delle domande, mi hanno raccontato il loro punto di vista e poi sono tornati a casa con un pezzo di me.
Ogni scuola che ho visitato ha ricevuto in regalo una copia del mio libro, così ognuno di loro ha avuto la possibilità di sfogliare quelle pagine, leggere le mie parole  e conoscere Margottina. Sapete, quindi,  cosa è successo?
Sono diventata una delle prime scrittrici il cui libro è stato letto da ognuno di quei bambini. Io mi ricordo ancora il momento esatto in cui ho letto alcuni passaggi dei libri che mi sono piaciuti di più quando ero alle scuole elementari. Voi? QUello che voglio dire è che alcuni di loro, forse, fra decine di anni si ricorderanno di lei, di quella cagnolona curiosa e dolce, di Margottina e delle sue avventure.
Quindi? Avete deciso da quale parte stare? Avete corretto o confermato la vostra prima reazione a quel mio “sono una scrittrice”?
Ovviamente io non posso saperlo, posso sperare, però, che la prossima volta che dovrete leggere un libro, vedere un film, acquistare un vestito, comprare un quadro o ascoltare una canzone, non sceglierete in base al nome, ma in base alla storia e, soprattutto, all’emozione che quello che avete davanti vi sta regalando.
Ora vi saluto e, in attesa che la scuola ricominci e che qualche altro adulto decida di credere in me facendomi leggere la mia storia ai bambini, vado a scrivere qualche nuovo capitolo: nonostante io rimandi da tanto tempo, Margottina sta vivendo ancora un sacco di avventure!
Buona giornata,
Celestina

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