Recuperare frammenti, pt 2

[…continua]
Questo racconto, invece, non è autobiografico [E non ho ricevuto una risposta da chissà quale meraviglioso ragazzo alla domanda finale!] ma, non è così lontano dal mio modo di essere attuale, dal mio modo di sentire. Ora basta pettegolezzi, spero vi piaccia:

-Ipotesi-

Mettiamo che io adesso saluti il gatto, esca di casa, mi chiuda il portone alle spalle e cammini lungo la strada.
Mettiamo che io prenda un treno, un aereo o anche semplicemente decida di salire in auto.
Mettiamo che io mi porti il romanzo che ho lasciato qualche mese sul comodino, che nelle cuffie faccia scorrere mehldau, che metta in borsa anche blocco e penna perché “non si sa mai”.
Mettiamo che io passi i caselli, le stazioni, il check-in e tutto quello che serve.
Mettiamo che io arrivi in città e la prima cosa sia trovare un bagno in cui sistemarmi i capelli e provare il sorriso meno imbarazzato possibile.
Mettiamo che poi io arrivi in una strada, una piazza, un negozio, un palazzo, una panchina o un monumento e ti scriva che “sono qui,ora, solo per mangiare un gelato”
Mettiamo che io sia lì, agitata, ad aspettare di vederti comparire e che da lontano riconosca il profilo del tuo viso.
Mettiamo che dopo la strada, il tempo, i messaggi, le telefonate, i silenzi, le risate, le fantasie e tutto quanto io alla fine sia lì, carne ed ossa, davanti a te.
Mettiamo che il mio sorriso sia un tremito felice ed imbarazzato e le mie parole siano troppe.
Mettiamo tutto questo e per ipotesi immaginiamo che accada tutto ciò
Tu, allora, saresti semplicemente, puramente, completamente felice?

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